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lunedì 22 giugno 2009

Pomodoro di Pachino & Pomodoro di Pechino

Il Pomodoro

di Pachino

diventa

Pomodoro

di Pechino





In questi giorni, complice la grande ondata di caldo che si è riversata sulla nostra penisola, alternata ai grandi piovaschi e grandinate che interessano, da ormai quattro giorni, i caldi pomeriggi e le tiepide sere del Centro-Nord Italia, se ne sentono di tutti i colori.


Corresponsabili appunto i suddetti fattori climatici, accompagnati dall'ansia per gli esami di qualifica, che vedono gli allievi del centro di formazione professionale in cui lavoro, futuri Commis (futuri, forse, cuochi e chef), ed ecco che si fomentano le "papere da esame".


Una tra le tante, che inizialmente mi ha fatto alquanto ridere, ma poi, con la rielaborazione (aiutata dal mio collega Davide), mi ha dato alquanto da riflettere è appunto quella citata nel titolo del Post:

La dicitura Pomodoro di Pechino è saltata fuori in un compito al posto di quella corretta "Pomodoro di Pachino".

In questo caso, ovviamente, l'errore non è stato "voluto" (si è trattato, spero, di un semplice errore di vocale).

Però c'è da chiedersi, se, in un futuro prossimo, quella del pomodoro di Pechino non sarà invece la dicitura che dovremo utilizzare!!!

Tornato a casa ho deciso di documentarmi e, in effetti, questo problema è già stato affrontato lo scorso anno, quando, la Coldiretti della regione Sicilia, lamentava gravi interferenze nel mercato di vendita del loro fantastico Pomodoro di Pachino IGP, provocate dall'importazione di pomodori, soprattutto nella varietà grappolo, di origini asiatiche.

Quest'indagine ha altresì evidenziato un tasso di "non raccolta" pari al 50%, non solo a livello della produzione siciliana, ma a livello nazionale.


Detto questo, ripropongo al lettore interessato un'estratto del sito http://www.igppachino.it/index.php, tramite il quale il Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino IGP cerca di avvicinare il consumatore al corretto consumo del prodotto principe della zona sud-orientale della Sicilia.


Le quattro tipologie di Pomodoro di Pachino

Uno dei luoghi comuni più diffusi identifica il vero pomodoro di Pachino con la varietà detta comunemente “ciliegino”. Niente di più sbagliato!
Il disciplinare del Pomodoro di Pachino IGP classifica e tutela ben quattro tipologie diverse di pomodoro, tutte con peculiarità diverse, e destinate a diversi segmenti di mercato. Sono tutte tipologie accomunate da un elevato grado brix, da una straordinaria resistenza post raccolta e da un colore brillante e attraente. Impariamo a conoscerli meglio, per sfruttarne le molteplici potenzialità d’impiego nella gastronomia di alta qualità.


Pomodoro di Pachino “tondo liscio”

Piccolo e rotondo, di colore verde scuro, inconfondibile per il gusto molto marcato. E’ molto apprezzato dai consumatori d’oltralpe. I suoi frutti sono di consistenza ineguagliabile.


Pomodoro di Pachino “a grappolo”

A grappolo o snocciolato, può essere verde o rosso. Tondo, liscio, dal colore brillante e attraente, con il colletto verde molto scuro. Il suo peso varia in base alla salinità del terreno di coltivazione.


Pomodoro di Pachino “costoluto”

Frutto di grandi dimensioni, esteticamente molto attraente, dalle coste marcate, di colore verde molto scuro e brillante. Questa tipologia ha conquistato il favore del consumo nazionale sostituendo nel periodo invernale (periodo ottimale per la produzione di questa tipologia) il tondo insalataro. Il pomodoro costoluto evidenzia le migliori caratteristiche se coltivato in terreni la cui salinità è molto alta.


Pomodoro di Pachino “ciliegino”

Caratteristico per l’aspetto “a ciliegia” su un grappolo a spina di pesce con frutti tondi, piccoli, dal colore eccellente e il grado brix elevato.


Storia delle Orecchiette

Le origini delle orecchiette non sono da ricercarsi in Puglia, ma molto probabilmente nella zona provenzale francese, dove fin dal lontano Medioevo si produceva una pasta simile utilizzando il grano duro del sud della Francia. Si trattava di una pasta molto spessa e a forma di dischi, incavata al centro mediante la pressione del dito pollice: questa forma particolare ne facilitava l'essiccazione, e quindi la conservazione per fronteggiare i periodi di carestia. Sembra anche che ne venissero imbarcate grandi quantità sulle navi che si accingevano ad affrontare lunghi viaggi.

In seguito, sarebbero state diffuse in tutta la Basilicata e la Puglia con il loro nome attuale dagli Angioini, dinastia che nel Duecento dominava le terre delle regioni. Insigni studiosi di enogastronomia pugliese - ricordiamo qui solo il più autorevole, il professor Luigi Sada - hanno dimostrato che le orecchiette avrebbero avuto origine nel territorio di Sannicandro di Bari, durante la dominazione normanno-sveva, tra il XII e il XIII secolo. Secondo il professor Sada, un'interessante caratteristica delle orecchiette, legata al particolare atteggiamento di protezione nei confronti della comunità israelitica locale da parte dei normanno-svevi, è la loro probabile derivazione da alcune ricette della tradizione ebraica, come le orecchie di Haman - l'antagonista del libro di Esther - che ritroviamo, ad esempio, in alcuni dolci sefarditi oppure nelle croisettes, un tipo di pasta preparato nelle vallate occitane del Piemonte, lontana parente delle orecchiette di Sannicandro anche nella probabile influenza mediorientale.

mercoledì 17 giugno 2009

Il Piemonte del Gusto


Ecco il sito della Regione Piemonte - Assessorato all'agricoltura, tutela della fauna e della flora - nel quale vengono raccolte numerose informazioni sulla maggior parte dei prodotti enogastronomici tipici piemontesi.

Ottima veste grafica e ottimi contenuti!!


Le sezioni trattate:

Vini

Nobile, brillante, caratteristico, armonico, spumante... più invecchia e più è buono... e chi lo beve?

Geo-Prodotti di Qualità

Per la consultazione delle zone di produzione dei prodotti di qualità piemontesi.

Formaggi

Stagionati, freschi, teneri, pressati, gustosi da assaporare e da mangiare: dal latte profumi e sapori di erbe e di montagna.

Cereali

Frumento, orzo, segale, avena, mais, sorgo e riso... i cereali come abitudini alimentari e tradizioni culturali.

Ortofrutta

Verdure pregiate, ortaggi tipici, frutta di qualità... ricette per tutte le stagioni nella tradizione dell'ingegno contadino.

Carni

Fresche, trasformate, sane, genuine... il mondo delle carni piemontesi per una alimentazione sana e corretta.

PAT

Cereali, salumi, ortaggi, dolci... agricoltura biologica, sistemi di coltivazione integrata, prodotti delle microfiliere aziendali.

Ricette

Bagna caoda e Barbera, bollito misto e Dolcetto d'Alba, torta di nocciole e Spumante... tutti i profumi e i sapori della cucina piemontese.

DOP & IGP

Denominazione di Origine Protetta e Indicazione Geografica Protetta.

Agrigelateria San Pé

Estate …è gelato
San Pé …è l'agrigelateria!

Collocata sulle alture in affaccio al torrente Banna e all’abitato di Poirino, sorge la cascina San Pé. Una vivace azienda agricola a conduzione familiare produttrice di ‘Latte Alta Qualità’ che in parte trasforma in gelato, per offrirlo in un ambiente tranquillo ed accogliente. Una tettoia è stata così trasformata un po’ a ‘giardino d’inverno’ e un po’ a ‘salotto della nonna’, dove gustare un gelato veramente unico. È nata così la prima ‘Agrigelateria’ d’Italia!

PRIMAVERA
Apertura Stagione
Dal secondo sabato di febbraio fino al 30 di aprile apertura tutti i venerdì, sabato, domenica, festivi e prefestivi dal
le 10,30 alle 24,00.

ESTATE

Dal 1° maggio fino alla seconda domenica di settembre apertura tutti i giorni dalle 10,30 alle 24.00.


AUTUNNO

Dal terzo fine settimana di settembre fino ai Santi (halloween),apertura tutti i venerdì, sabato, domenica, festivi e prefestivi dalle 10,30 alle 24,00.

INVERNO

Chiusura Pausa Invernale
Dal termine delle festività dei Santi fino a tutto il mese di gennaio.

N.B. Nelle giornate di sole di Autunno e Primavera ci trovate aperti anche tutti i giorni dalle ore 1
4,30 alle ore 19,30!


Agrigelateria San Pé presso l’Azienda Agricola in
Cascina San Pietro, 29/A - Poirino (TO)

Tel. e Fax: 011 9452651

Email: agrigelateriasanpe@yahoo.it Web: www.agrigelateria.it

martedì 16 giugno 2009

Cheese 2009

Cheese 2009

http://cheese.slowfood.it/


A Cheese la passeggiata attraverso le vie del centro storico di Bra – con gite fuori porta a Pollenzo e nel territorio – diventa un vero e proprio viaggio alla scoperta di prodotti e sensazioni che hanno per protagonista il variegato mondo del formaggio e non solo.
Questo percorso di conoscenza è soprattutto un momento di piacere da vivere insieme, con la famiglia e con gli amici, per incontrare nuovi sapori o per scoprirne di antichi, che si credevano dimenticati; è un momento di aggregazione, una festa che si sviluppa intorno al ricco programma di appuntamenti che Cheese propone ai suoi visitatori e che vi invitiamo a scoprire nelle pagine di questo sito.

Slow Food per l'Abruzzo

Un gruppo d’acquisto per aiutare i produttori d’Abruzzo

News tratta dal sito slow food
http://press.slowfood.it/press/ita/leggi.lasso?cod=3E6E345B0f04519B27wKM3B848D2

Grande successo per l’iniziativa ideata da Slow Food Italia: la creazione di gruppi di acquisto a livello nazionale per aiutare i produttori dei Presìdi e delle comunità del cibo aquilani. Il progetto ha riunito 11 aziende locali che hanno assemblato pacchi del valore di 215€ contenenti i loro prodotti e che sono stati spediti a chi ne ha fatto richiesta.
Sono state raccolte centinaia di adesioni per un incasso di 40 000 euro, inoltre la proposta ha superato i classici canali associativi (Condotte, associati, produttori dei Presìdi) per entrare nel circuito dei Gruppi di Acquisto Solidale.

Raffaele Cavallo, Presidente di Slow Food Abruzzo, commenta: «Questa iniziativa, oltre che aver avuto un successo inaspettato, ha messo in evidenza ancora una volta quanto sia radicata la nostra rete associativa e sopratutto ha consentito ai piccoli produttori aquilani di poter riprendere l'attività dopo poche settimane dal sisma. Ciò ha un valore non solo economico ma anche e principalmente sociale e psicologico, di sostegno nei confronti di chi ha visto crollare edifici e certezze. Ancora oggi il principale problema da affrontare nelle zone terremotate è la ripresa delle attività, senza le quali gli abitanti saranno tentati di abbandonare le loro terre e i loro impegni anche in agricoltura».

A distanza di due mesi dal sisma emerge ora con evidenza un problema che i media hanno denunciato in maniera marginale, ma che coinvolge tutti i produttori agroalimentari della provincia de L’Aquila: è precipitata la domanda locale di prodotti del territorio. In un territorio con circa 80 000 abitanti, almeno 30 000 persone sono state alloggiate sulle coste, negli alberghi messi a disposizione dalla Protezione civile, mentre gli altri sono per lo più ospitati nelle tendopoli. Pochi fanno la spesa ovviamente, gli esercizi commerciali e i locali sono perlopiù inattivi quando non inagibili, il turismo del fine settimana annullato.
Questa situazione sta mettendo in ginocchio l’economia di quegli allevatori e agricoltori che non possono contare su un mercato regionale e nazionale.
Dati allarmanti dai nostri Presìdi: sono colpiti in particolare i produttori di formaggi della zona del Gran Sasso, dove Slow Food ha istituito il Presidio del Canestrato di Castel del Monte. Da Pasqua alla fine di aprile Giulio Petronio, uno dei produttori del Presidio, ha venduto circa 20 chili di formaggio invece dei dieci quintali venduti nello stesso periodo dell’anno e ci sono ancora alcune tonnellate di formaggio nelle stagionature. Anche il Presidio della lenticchia di Santo Stefano di Sessanio, un piccolo borgo di un centinaio di abitanti, famoso per le piccole leguminose scure che i contadini coltivano su terreni impervi, aveva ancora oltre 10 quintali di invenduto fino a poche settimane fa quando è partita la gara di solidarietà.

Ha collaborato al progetto e ha coordinato la spedizione dei pacchi il Consorzio Operatori del GranSasso d'Italia, che riunisce un gruppo di produttori – non solo dei Presìdi Slow Food – della zona aquilana